Lacrime a fiumi, crolla prima del match | Per i tifosi un colpo al cuore
A pochi minuti dall’inizio del match il giocatore non ha retto ed è crollato davanti allo stadio intero. Lacrime a fiumi
Vettore di emozioni, non necessariamente determinate dall’esito di una partita o dal successo o meno di una competizione. Può essere questa una delle definizioni più azzeccate per lo sport. Che si tratti di una professione, per chi lo vive dall’interno del campo, o di un hobby e una passione, per i tifosi, la sostanza non cambia.
Perché dare il massimo per cercare di superare un avversario oppure trepidare sugli spalti, magari al termine di una lunga trasferta, o dalla televisione, significa comunque essere animati da una fortissima passione e dare sfogo alle proprie emozioni.
Come detto, però, non tutto si risolve “semplicemente” nel corso della durata effettiva dell’evento sportivo. La preparazione dello stesso rappresenta infatti qualcosa di non meno importante, tanto per gli atleti, quanto per gli spettatori-tifosi. Ad accomunare i due avvicinamenti è infatti la presenza di veri e propri rituali, più o meno scaramantici.
C’è chi in settimana tiene a ripetere le stesse azioni e le medesime abitudini svolte prima delle gare precedenti, se queste avevano avuto un buon esito, mentre dalla parte dei tifosi la scaramanzia è ancora più accentuata, sia che ci sia da affrontare un viaggio, sia che la partita venga vista dalla televisione.
Finale Copa Libertadores: le lacrime di un ex Serie A
Poi, quando finalmente arriva il “gran giorno”, l’attesa per l’inizio dell’evento diventa spasmodica e le ore, e pure i minuti, precedenti si trasformano spesso e volentieri nell’ultima occasione per sfogare le proprie emozioni prima che a dominare la scena sia l’adrenalina del campo.
Si pensi alle partite delle nazionali o comunque a eventi preceduti dall’esecuzione degli inni. Per molti sportivi, in particolare quelli sudamericani, per i quali l’attaccamento alla patria è ancora più spiccato, accade di rado che la tensione accumulata si sfoghi in una vera e propria crisi di pianto. Anche se si parla di giocatori molto esperti. Questo è ciò che è accaduto a un ex protagonista della Serie A prima della finale di Copa Libertadores.
Fluminense campione del Sud America, Felipe Melo nella storia
A 40 anni compiuti Felipe Melo è infatti riuscito a vincere la “Champions del Sudamerica” per la terza volta in carriera, scendendo in campo da titolare nel Fluminense che al Maracana di Rio de Janeiro ha avuto la meglio per 2-1 sul Boca Juniors dopo i tempi supplementari, vincendo la prima Libertadores della propria storia. E proprio durante l’inno brasiliano suonato prima del via del match l’ex centrocampista di Fiorentina, Juventus e Inter non ha saputo trattenere le lacrime.
Dopo i due titoli con il Palmeiras conquistati nel 2020 e nel 2021, Melo ha quindi fatto “tripletta”, raggiungendo nella speciale classifica dei più vincenti un folto gruppo di giocatori, tra i quali leggende come Juan Roman Riquelme e Daniel Bertoni. Sostituito al 52’ sul risultato di 1-0 per la Tricolor, poi vittoriosa 2-1 grazie al gol di Kennedy all’extra time, Melo ha potuto festeggiare un traguardo storico, che dà ulteriore lustro ad una carriera rilanciatasi dopo il ritorno in patria avvenuto nel 2017, che ha posto fine ad una carriera europea con più ombre che luci, in particolare durante la lunga esperienza in Serie A.