Lazio, un fantasma si aggira per Formello | Lo vedono tutti, non Sarri
Maurizio Sarri ha fatto le sue scelte, ma è comunque un mistero la (non) considerazione che ha per un costosissimo acquisto.
Il tecnico dei biancocelesti ha un debole sconsiderato per le sue scelte: di vita, di campo, di stile. I suoi successi da allenatore sono passati necessariamente da questo status che è, al momento, difficilmente controvertibile e posto in discussione.
Alcuni gli imputano questa sua difficoltà nell’essere flessibile il limite che gli ha impedito di trionfare con il Napoli: la sua esperienza partenopea è stata di una bellezza rara, ma alla lunga ha pagato il turnover inesistente e una fiducia troppo ‘responsabilizzata’ nei confronti dei suoi fedelissimi.
Quest’anno, il trend sembra migliorato, soprattutto a centrocampo: complice anche i nuovi acquisti arrivati dal mercato estivo, la mediana può contare su molteplici giocatori di qualità come Rovella, Kamada e Guendouzi, oltre che sui veterani Cataldi, Luis Alberto e Vecino.
In attacco, il principale innesto che tutto il popolo laziale stava aspettando è quello del famigerato vice-Immobile: ruolo che sta ricoprendo alla grande Valentin “Taty” Castellanos. Il numero 19 ha sorpreso un po’ tutti con una rabbia agonistica fuori dal comune e le panchine consecutive del capitano #17 danno un’idea dell’impatto dell’argentino.
Felipe Anderson lo stacanovista
Se mediana e punta di riserva sono sistemati per diversi anni, c’è un ruolo che in questo momento non sembra avere rivali: trattasi di Felipe Anderson. Il brasiliano, tornato alla Lazio contestualmente a Sarri nell’estate del 2021, mantiene un record difficilmente superabile.
Ha infatti giocato tutte le 111 partite di questi due anni e mezzo disputate dalla Lazio tra Serie A, Europa League, Champions League e Coppa Italia. “Io amo Felipe Anderson, quindi lo metterò sempre“: queste le parole del suo allenatore, a dimostrazione della stima infinita riposta nel numero 7.
La “vittima illustre” del recordman
12 milioni di euro dal Midtjylland: tanto è costato Gustav Isaksen, colui che sulla carta sarebbe dovuto essere molto più che un semplice rincalzo di Felipe. E invece, il minutaggio fino a qui è stato indicativo del suo utilizzo: solo 53 minuti in 6 presenze con la maglia della Lazio.
Una progressiva mancanza di fiducia nei confronti del danese, che nelle ultime 3 è rimasto addirittura in panchina ad osservare i compagni. Se è vero che il turnover non è mai stata una skill appartenuta a Sarri, è altrettanto vero che un acquisto così esoso meriterebbe quantomeno di non essere visto come un fantasma.