“Ci ho provato ma ho fallito”: le prime parole dopo l’esonero | La sconfitta costa carissima
Amaro e inevitabile destino per l’allenatore: l’ennesimo ko spinge la società al clamoroso ribaltone in panchina.
I campionati nazionali stanno entrando nel vivo dopo la seconda pausa per le nazionali. In verità il calendario internazionale ne prevede a breve un’altra, dopo la metà di novembre, che precederà il rush finale dell’anno solare.
Del resto all’orizzonte la prossima estate c’è Euro 2024 pertanto gli impegni delle squadre di club non conosceranno soste troppo lunghe neppure durante le festività natalizie. La Premier League anzi intensificherà l’attività come da tradizione, la Liga si fermerà solo l’ultimo weekend del 2023, mentre la Serie A darà vita a un’inedita maratona di partite tra il 20 e il 6 gennaio.
Così, come da tradizione, immancabili con il trascorrere delle giornate stanno iniziando a fioccare gli esoneri degli allenatori. Non si può neppure parlare di moda, dal momento che dalla notte dei tempi calcistici si tratta del provvedimento più inevitabile, ma soprattutto del più semplice da prendere per le società, quando le cose proprio non vogliono saperne di girare per il verso giusto.
Che si tratti di squadre di bassa classifica, i cui dirigenti erano ben consapevoli fin da inizio stagione di dover vivere un’annata di sofferenza, o di formazioni che, partite con ben altre ambizioni, si ritrovano nei bassifondi di classifica dopo i primi due mesi di stagione, lo scenario è sempre quasi lo stesso.
Una grande d’Europa sull’orlo del baratro: svolta in casa Ajax
La pazienza nei confronti dell’allenatore viene rinnovata a tempo dopo una serie di risultati negativi, ma di prove di appello ce ne sono sempre poche, nonostante il campionato sia ancora ben lontano dal giro di boa. D’altro canto l’elenco dei tecnici in “lista di attesa” è così lungo che il cosiddetto “turnover delle panchine” fa sostanzialmente comodo a tutti, tranne che ai presidenti, costretti ad aggiungere voci al proprio libro paga.
Resta però il fatto che quando ad andare male è una squadra dalla quale ci si aspettava una stagione da protagonista, se non addirittura un top team, la notizia faccia ben più clamore. Se poi si parla addirittura di una delle grandi storiche del calcio europeo, alle prese con una crisi che sembra inarrestabile che l’ha confinata in zona retrocessione, l’esonero dell’allenatore diventa inevitabile e paradossalmente ben digerito anche dallo stesso diretto interessato. Proprio questo è quanto è successo all’Ajax.
Ajax, l’ammissione di Steijn dopo l’esonero: “Ho fallito”
I Lancieri, vincitori di quattro Coppe Campioni/Champions League nella propria storia, sono al penultimo posto dell’Eredivisie dopo il peggior avvio di campionato di sempre. Quattro sconfitte in sette partite e una classifica che fa paura, nonostante le due partite da recuperare. Così, dopo il ko per 4-3 in casa dell’Utrecht, la società ha deciso di sollevare dall’incarico il tecnico Maurice Steijn, che era arrivato sulla panchina del club di Amsterdam la scorsa estate dopo il brillante 6° posto conquistato con lo Sparta Rotterdam.
“Ci siamo messi a sedere con i dirigenti e siamo arrivati alla conclusione che questo sia il meglio per l’Ajax, per quanto mi dispiaccia. Ho provato a riportare l’Ajax nella posizione che merita, ho fallito” le sportive dichiarazioni di Steijn dopo l’esonero, decisione estrema decisa dalla società per provare a uscire dalla peggior crisi di sempre vissuta da un club leggendario. Al successore di Steijn spetterà il compito di provare a tirare fuori l’Ajax da guai mai vissuti in precedenza e di allontanare l’incredibile spettro della retrocessione.