“Addio Pallone d’oro”: incredibile ma vero | La revoca può scattare a giorni
A pochi giorni dalla cerimonia per la consegna del Pallone d’Oro 2023 si va verso una clamorosa modifica dell’albo d’oro del premio.
Calcio e politica. Due delle passioni più grandi per milioni di esseri umani in tutto il mondo, ma che per altrettante decine di migliaia di persone nei cinque continenti rappresentano anche un lavoro. Peccato che, in particolare nell’era dei social, sia sempre più frequente assistere a spiacevoli commistioni.
Perché quando si svolge una di queste due attività, quando la propria professione consiste nel guadagnare tanto e nel far divertire i tifosi mostrando le proprie qualità in uno sport o nel rappresentare a livello istituzionale i cittadini dai quali si è stati scelti è fondamentale proprio rispettare i propri ruoli.
In altre parole, se si è sportivi appassionati di politica o politici con il pallino dello sport è indispensabile resistere alla tentazione di esprimere i propri pareri, in particolare nella sempre facilmente infiammabile agorà dei social, dove ogni parola può essere fraintesa. E in particolare se in ballo ci sono questioni molto delicate, anzi le più delicate in assoluto, come il destino di popoli costretti a subire gli orrori della guerra.
Ecco allora che nei giorni in cui l’annosa questione medio-orientale tra Israele e Palestina sta vivendo una nuova escalation di sangue, una delle più cruente da quando le due nazioni sono in conflitto, alcuni protagonisti del mondo del calcio si sono lasciati andare a prese di posizione che a prescindere dalla loro correttezza hanno imbarazzato tifosi e soprattutto le società per le quali giocano.
Guerra in Medio Oriente, bufera sui calciatori pro Palestina
La questione riguarda soprattutto la Germania, dove sarebbe al vaglio addirittura la possibilità di espellere dal paese i migranti che sostengono la causa della Palestina. Tra questi potrebbe esserci anche Anwar El Ghazi, centrocampista olandese di origini marocchine del Mainz, sospeso dal club dopo aver pubblicato un post sul tema.
Nella bufera sono però finiti anche calciatori più famosi come Noussair Mazraoui, esterno del Marocco e del Bayern Monaco, che rischia di incappare nello stesso destino dopo il post di solidarietà ai “fratelli palestinesi oppressi”. O come Karim Benzema, finito al centro di un caso diplomatico dopo aver preso posizione sui propri canali social.
Benzema e il post della discordia: “Revocategli il Pallone d’Oro”
“Tutte le nostre preghiere per gli abitanti di Gaza – aveva scritto l’ex attaccante del Real Madrid, ora all’Al-Ittihad – Ancora una volta vittime di questi ingiusti bombardamenti che non risparmiano né donne né bambini”. Il Pallone d’Oro 2022, di origini algerine e di religione musulmana, è finito nel mirino addirittura del Ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, che lo ha accusato di avere legami con l’organizzazione dei Fratelli Musulmani, e di Valerie Boyer, senatrice del Partito Repubblicano, arrivata addirittura a chiedere la revoca del Pallone d’Oro per l’ex bomber dei Blancos.
“Se, come affermato dal Ministro degli Interni, Karim Benzema è legato ai Fratelli Musulmani, bisogna togliergli almeno il Pallone d’Oro (sanzione simbolica) ma anche e soprattutto la cittadinanza francese” le parole di Boyer, alle quali Benzema ha prontamente replicato, negando ogni tipo di rapporto con l’organizzazione e anticipando attraverso il proprio legale Hugues Vigier di stare pensando a “un ricorso alla giustizia contro questo ministro”. Una vera e propria tempesta mediatica, che rende ancora più difficili i già tesi rapporti tra l’attaccante e la propria nazione di nascita.