“Addio Nazionale”: colpo di scena, scoppia la bomba a sorpresa | Ha deciso per questo motivo
Poter rappresentare i colori della propria nazione è una fortuna per pochi calciatori: la clamorosa decisione di un big del calcio italiano.
Quale è il segnale della massima fedeltà e del più alto spirito di appartenenza nella carriera di un giocatore? Indossare solo due maglie nel corso della propria carriera: quella del club dove si è cresciuti e quella della propria nazionale. Utopia? Non esattamente, anche se i casi in questione sono piuttosto rari.
Da Beppe Bergomi a Paolo Maldini, passando per Franco Baresi e Francesco Totti, gli esempi a riguardo nella storia del calcio non mancano e come si intuisce si possono applicare solo ai famosi “giocatori bandiera”. Un insieme di calciatori ormai in via di estinzione in un calcio come quello moderno che tritura trasferimenti e che logora rapporti.
Tutti i giocatori sopracitati hanno avuto eccome la possibilità di cambiare maglia durante la propria parabola calcistica, “tradendo” i colori del cuore o più esattamente cogliendo una normale possibilità professionale di aumentare la propria visibilità e pure il proprio ingaggio. Ma queste sliding doors sono sempre state tenute rigorosamente chiuse.
Così gli unici “no” che le bandiere hanno pronunciato hanno riguardato la maglia della propria nazionale, per la quale sono sempre stati a disposizione, pur con qualche distinguo e, come accaduto a Totti, annunciando l’addio all’Italia con largo anticipo rispetto alla fine della carriera, nel segno di una moda imperante nel nuovo millennio e sempre più in uso anche fuori dai confini italiani.
L’addio alla nazionale, una moda sempre più attuale nel calcio moderno
Il concetto è quello espresso prima. Nel calcio moderno si gioca tanto, troppo, ci si allena poco e spesso le gare della propria nazionale sono viste come un fastidio, tanto da club e allenatori, quanto per chi è protagonista nella propria squadra. L’entusiasmo arriva solo in caso di convocazione per la fase finale di un grande evento, scenario che fatalmente può però riguardare solo 23 giocatori.
Per questo la decisione di non rispondere più alla chiamata del ct della propria nazionale è figlia spesso di un orgoglio ferito, dell’incredulità di non venir presi in considerazione a dispetto delle buone prestazioni fornite per la propria squadra di club. Questo è stato il caso anche di uno dei migliori centrocampisti del primo scorcio della Serie A 2023-’24, tornato sull’addio definitivo dato ai colori della propria bandiera.
Alfred Duncan torna sul no al Ghana: “Sono in pace con me stesso”
Stiamo parlando di Alfred Duncan, che sta diventando un tassello chiave nella Fiorentina di Vincenzo Italiano. Il centrocampista ghanese, classe ’93, in possesso anche di cittadinanza italiana, ha spiegato la decisione di lasciare la nazionale, ufficializzata nella primavera del 2022, a tre anni di distanza dall’ultima delle sue appena 10 apparizioni con le Black Stars: “Ci ho messo un bel po’ per prendere questa decisione – ha dichiarato Alfred a ‘Radio Bruno’ – Volevo dare l’addio, ma la mia famiglia mi diceva di ripensarci. Quando manca il rispetto le cose cambiano. Non riuscivo più a sopportare questo perché durava da anni, sono stato molto male. Ora invece sono in pace con me stesso”.
Ducan, che aveva esordito con la nazionale maggiore del Ghana nel 2012, ad appena 19 anni, non ha mai preso parte alle fasi finali della Coppa d’Africa o di un Mondiale. Alla terza stagione con la maglia della Fiorentina, l’ex Sassuolo potrà quindi concentrarsi solo sui viola: “Sto passando il momento più bello della mia vita. Ho pensato tanto alla Nazionale, ora penso solo alla Fiorentina e alla mia famiglia e sto molto meglio”.