Il calcio si ferma, ufficiale: niente partite fino a data da destinarsi | Decisione inevitabile
Calcio ancora senza pace: arriva una decisione ufficiale destinata a lasciare il segno e a condizionare la stagione.
Dopo la seconda pausa per fare spazio agli impegni delle nazionali, tra qualificazioni ad Euro 2024 e ai Mondiali 2026, l’attività delle squadre di club è pronta per ripatire, seppur solo per un mese prima della prossima sosta.
L’ultima decade di novembre segnerà il via del rush finale dell’anno solare, con la conclusione delle fasi a gironi delle coppe europee e la prosecuzione dei campionati nazionali che nel caso della Serie A vivranno un dicembre insolitamente intensissimo, non essendo in programma la tradizionale pausa per le festività natalizie.
Tutto il mondo del calcio, tuttavia, anzi lo sport in generale a livello mondiale, rischia di dover fare i conti anche a lungo termine con le conseguenze della nuova escalation di tensione sul fronte israelo-palestinese. I tragici fatti di sangue che stanno interessando la Striscia di Gaza e i n generale i Territori non possono infatti lasciare indifferenti i piani alti dello sport, non solo a livello di solidarietà.
La nazionale di calcio di Israele si è infatti vista interrompere l’attività a tempo indeterminato dalla Uefa, consapevole dell’impossibilità di far disputare per il momento partite in quei territori in assenza delle necessarie condizioni di sicurezza e in concomitanza con le drammatiche cronache quotidiane che provengono dai fronti di guerra.
Sangue in Medio Oriente, la Uefa sospende l’attività in Israele
Israele era ancora in corsa per la qualificazione ad Euro 2024, occupando il terzo posto nel Gruppo I guidato dalla Romania davanti alla Svizzera. A -4 dai rossocrociati con ancora due partite da disputare la nazionale di Alon Hazan stava cullando il sogno di restare in lizza fino alla fine per il pass per la Germania, ma tutto fa pensare che l’attività della nazionale sarà congelata per diversi mesi.
Una situazione analoga sembra destinata a viverla la nazionale della Palestina, la cui storia calcistica è molto differente da quella di Israele, dal momento che la Federazione, fondata nel 1962, è stata riconosciuta dalla Fifa solo nel 1998. Anche in questo caso non si intravede all’orizzonte la possibilità di disputare partite per una nazionale che si è tuttavia qualificata per la terza edizione consecutiva alla fase finale della Coppa d’Asia, in programma in Qatar nel prossimo giugno. Solidarietà alla Palestina è però arrivata da un’altra importante federazione araba.
Guerra Israele-Palestina, la decisione della Federcalcio dell’Algeria
Attraverso una nota, infatti, la Federcalcio dell’Algeria ha fatto sapere di avere sospeso fino a nuovo ordine tutte le manifestazioni calcistiche del paese, proprio per solidarietà “al resistente e fraterno popolo palestinese”. Il riferimento è in particolare alla strage all’ospedale Al Ahli di Gaza City, che ha causato la morte di centinaia di palestinesi.
Poche ore prima la stessa FAF aveva già espresso il proprio sostegno non solo a parole nei confronti della causa palestinese, offrendosi di ospitare i prossimi incontri casalinghi della nazionale per le qualificazioni ai Mondiali 2026 e alla Coppa d’Asia 2027, a partire da quella contro l’Australia, prevista per il prossimo 21 novembre.