Giocatori in rivolta: “Siamo tutti contrari a giocare” | Nuovo terremoto, il calcio rischia di fermarsi
Un mondo senza calcio è possibile. Questa volta i giocatori fanno sul serio: così si ferma tutto.
Stadi vuoti, società al collasso e niente più partite infrasettimanali o di domenica. Uno scenario che sembra impossibile e che invece potrebbe realizzarsi. Dopo la pandemia da Covid-19 tutto sembra possibile e anche una rivoluzione che coinvolgerebbe il mondo dello sport.
Un mondo senza calcio sarebbe come un pianeta senza luce. La passione che anima la nostra vita è da sempre la vera benzina per uno sport in perenne crisi. Nonostante gli scandali, i problemi e una politica che non ha come priorità lo sport nel nostro Paese, milioni di persone sono ancora lì davanti alla tv.
Questa volta il grido d’allarme non arriva dalle istituzioni o dai club ma dai protagonisti che popolano le copertine dei giornali, i calciatori. Se non verranno ascoltati si rischia di implodere e dire basta. Il calcio a volte avrebbe bisogno di fermarsi per capire se la direzione intrapresa sia quella giusta.
La realtà è completamente diversa. La sosta per le Nazionali ci ripropone gli stessi problemi ma le risposte, come spesso accade, tardano ad arrivare. Sarà la volta buona per una svolta necessaria?
“Così ci fermiamo”: l’allarme dei giocatori
Il problema nasce a monte, da quell’atto formale che dà il via ad ogni stagione sportiva. A chi piace questo calendario? Tantissime partite ravvicinate, con il rischio di incorrere in frequenti infortuni che penalizzano Nazionali e club.
Ora i giocatori non ne possono più e alzano la voce. Serve un intervento serio e deciso per dare una forma diversa al cammino delle squadre in campo. O si cambia o ci si ferma. L’allarme non è stato disinnescato. I tanti interessi in gioco sembrano avere la meglio sulla salute dei giocatori.
Il grido d’allarme che nessuno vuole ascoltare
Dal ritiro della Nazionale arrivano dichiarazioni importanti. Aurelien Tchouameni, stellina del Real Madrid di Carlo Ancelotti, non ci sta e alza la voce. Chissà se le sue parole incontreranno la collaborazione dei colleghi. Così non si va da nessuna parte.
“Ovviamente giochiamo troppe partite, non è una sorpresa per nessuno” ammette il francese in conferenza stampa. “Oggi è raro avere una settimana con una sola partita. Questo porta infortuni ma tocca alle autorità e ai giocatori battere i pugni sul tavolo perché abbiamo l’impressione che con le nuove competizioni le cose non miglioreranno“.