Russia riammessa, ma ad una condizione | La Fifa ha parlato chiaro
Venti mesi dopo lo scoppio del tragico conflitto in Ucraina arriva una decisione importante e inattesa da parte dei massimi enti calcistici.
La guerra in Ucraina sembra purtroppo ancora ben lontana dalla fine. Da oltre un anno e mezzo, ormai, i tragici aggiornamenti dal fronte sono una costante quotidiana in tv come sulla carta stampata, così come le accuse incrociate sui due fronti e le prese di posizione dei paesi occidentali nei confronti della Russia.
Gli intrecci politici finiscono per avere spesso il sopravvento sulle cronache dal fronte, sul conto delle vittime in continuo aggiornamento, molte delle quali bambini, e all’orizzonte non si riescono a intravedere spiragli per una soluzione diplomatica del conflitto scoppiato ormai nel lontano febbraio 2022.
Sul piano sportivo le attenzioni di appassionati e addetti ai lavori sono ormai dirette verso i Giochi della prossima estate a Parigi. La speranza di tutti è ovviamente che per il 26 luglio 2024, giorno della Cerimonia Inaugurale, la guerra sia già finita da tempo, ma se così non fosse nessuno si illude sulla possibilità che prenda forma la proverbiale “tregua olimpica”.
Dall’altra parte le massime autorità sportive internazionali devono fatalmente iniziare a fare i conti con le decisioni da prendere nei confronti degli atleti russi e bielorussi. Ad oggi è certo che la Russia sarà esclusa da Parigi 2024, così come accade da ormai quasi 20 mesi in tutte le competizioni internazionali di squadra.
Guerra in Ucraina, il calcio russo torna a vedere la luce
L’anticipazione che ha visto gli sportivi di entrambe le nazioni esclusi dai Giochi asiatici di Hangzhou 2023 non sarà però a quanto parte ripetuta in vista dell’Olimpiade. A Parigi, infatti, ferma restando la sicura assenza delle squadre nazionali russe e bielorusse, negli sport individuali gli atleti di queste nazioni potranno partecipare solo in modo neutrale, ovvero senza bandiera e inno e a patto che non facciano parte di club militari.
E il calcio? Uefa e Fifa sono state tra le ultime ad escludere la Russia dai propri eventi, essendosi mosse solo poco prima della disputa dei playoff per la qualificazione a Qatar 2022 e dopo la minaccia di alcune nazionali di disertare gli spareggi o addirittura il Mondiale stesso. Ora, però, ecco una parziale marcia indietro, che sta spaccando l’opinione calcistica di tutto il mondo, pur rappresentando soltanto, almeno in base a quanto anticipato, un’eccezione.
La Russia Under 17 di nuovo in campo: il perché della decisione di Uefa e Fifa
La “riabilitazione” riguarda al momento soltanto le nazionali russe femminile e maschile Under 17, che a stretto giro di posta sono state riammesse prima dalla Uefa, lo scorso 26 settembre, e poi dalla Fifa, che si è adeguata pochi giorni più tardi al provvedimento di Nyon. Questo vuol dire che le selezioni in questione potranno tornare a gareggiare anche nelle gare di qualificazione per le rispettive coppe del mondo. Ci saranno però paletti ben definiti da rispettare.
Le due nazionali, infatti, non potranno gareggiare con il nome di Russia, bensì come “Unione calcistica russa”, dovranno farlo senza la propria bandiera nazionale, senza l’esecuzione dell’inno nazionale e pure senza le proprie divise, dovendo indossare colori neutri. Per quanto riguarda le altre nazionali “fino alla fine del conflitto” rimarranno in vigore “i termini della decisione presa il 28 febbraio 2022. L’idea di Uefa e Fifa è stata quindi quella di non penalizzare almeno i ragazzi delle nazionali più giovani, permettendo loro di scendere in campo in modo da permettere loro di mettersi in mostra. Se per il momento il passaggio alla nazionale A è impossibile, chissà che qualcuno di loro non finisca sul taccuino degli osservatori di importanti club europei.