La coperta in difesa è corta e Inzaghi ha già chiesto a Marotta un rinforzo: il centrale sarebbe perfetto per gli attuali meccanismi tattici.
Simone Inzaghi e la perfezione: il rapporto tra queste due entità si è amalgamato pienamente in questo primo mese e mezzo di agonismo. Percorso netto in campionato, cinque vittorie su cinque partite giocate e un pareggio in Champions League strappato all’ultimo ai mai domi spagnoli della Real Sociedad.
Il classico gioco spumeggiante del tecnico piacentino è stato accompagnato da una freddezza chirurgica nei cambi, con l’applicazione del cosiddetto ‘turnover scientifico’ di cui è tanto innamorato l’ex attaccante/allenatore della Lazio.
Già, proprio quei cambi che forniscono il valore aggiunto ad una rosa che attualmente non sembra avere difetti: basti pensare che l’ultimo acquisto Davide Frattesi, protagonista assoluto in Nazionale e uomo del momento tra i connazionali, non parte nemmeno titolare nelle turnazioni visto l’attuale forma di un gigante come Henrikh Mkhitaryan.
Oppure, ragionando sull’attacco, è raro trovare un quartetto d’archi dotato di cotanta potenza, esperienza e prolificità: se non discutiamo dello status di Lautaro Martinez, facciamolo di Marcus Thuram (arrivato a 0 e bollato forse troppo precocemente come un “non bomber”) o di Marko Arnautovic (25 gol col Bologna negli ultimi 2 anni), senza considerare l’esperienza e la tecnica di Alexis Sanchez (18 gol col Marsiglia solo la scorsa stagione).
L’unico reparto che forse non è un repartop (perdonate l’audacia) è la difesa. Sia chiaro, se consideriamo in generale la fase difensiva è in assoluto una delle migliori d’Europa (come testimonia la finale europea dello scorso anno) ma l’unico neo è da ritrovarsi nella condizione unitaria dei singoli: Acerbi è stato straordinario ma i suoi 35 anni si fanno sentire muscolarmente (qualche acciacco già manifestato all’inizio di stagione), per De Vrij vale lo stesso discorso.
Darmian è sempre uno dei più costanti ma fino all’anno scorso (a 33 anni suonati) ha giocato come esterno di centrocampo quindi qualche errore concettuale glielo si può anche perdonare, Pavard è appena arrivato e non ha mai fatto il braccetto a 3 dietro. Insomma, se la domanda è <<si può migliorare?>>, la risposta è <<sì>>.
Nikola Milenkovic, difensore centrale classe 1997, alla Fiorentina dal 2017. In queste 7 stagioni viola, 222 partite (la maggior parte delle quali da titolare) e 17 gol (altra arma mortifera che farebbe comodo a tutti i suoi allenatori): potrebbe essere lui il prescelto da Simone Inzaghi.
L’attuale costo del suo cartellino si aggira attorno ai 20 milioni di euro (fonte Transfermarkt) e l’approccio diplomatico di Beppe Marotta potrebbe essere decisivo nel dialogo col presidente viola Commisso, ambizioso ma anche molto bravo nel vendere i suoi gioielli. Se l’affare resta difficile per gennaio, potrà diventare priorità alla fine di questa stagione, quando le carte d’identità saranno i principali nemici dell’attuale retroguardia interista.