Addio Fagioli, bianconeri in lacrime | Dalla Premier l’offerta giusta
Il talentuoso centrocampista prodotto del vivaio bianconero è diventato un obiettivo concreto per le grandi del calcio inglese.
Quello tra la Juventus e i prodotti del proprio settore giovanile è sempre stato un rapporto tormentato. Il concetto potrebbe in realtà venire applicato a buona parte dei top club italiani, in particolare Lazio e Milan, che da troppi anni faticano a far emergere dal proprio vivaio giocatori non solo in grado di diventare punti di riferimento per il club che li ha allevati, ma pure di affermarsi a buoni livelli nel calcio italiano.
Non altrettanto si può dire per Inter e Roma, il cui lavoro capillare sul settore giovanile ha portato benefici importanti le cui conseguenze sono state ben visibili tanto sul piano dei risultati per le squadre in questione, quanto su quello del mercato, avendo garantito ai dirigenti non solo plusvalenze vitali per le casse societarie, ma anche giocatori interessanti da proporre come contropartite per arrivare ad altri obiettivi.
Tornando alla Juventus, una società che ha nel proprio Dna la ricerca quasi “ossessiva” di titoli e coppe deve fatalmente fare i conti con la necessità di costruire rose vincenti, formate quindi da giocatori sì talentuosi, ma anche possibilmente già affermati a buoni livelli. Per i giovani, quindi, non c’è mai stato troppo spazio, a meno che non si sia trattato di fenomeni di precocità come Alessandro Del Piero, bandiera bianconera senza tempo, arrivato nel vivaio della Juventus a 19 anni proveniente dal Padova e di fatto subito inserito in prima squadra.
Ciò ovviamente non significa che, in particolare nei decenni precedenti, i dirigenti abbiano ignorato i migliori talenti usciti dai settori giovanili italiani. Come dimenticare ad esempio giocatori come Antonio Cabrini o Gaetano Scirea, pescati dal fertilissimo vivaio dell’Atalanta e poi diventati simboli della Juventus, oltre che colonne della nazionale italiana. Intuizioni, però, queste, figlie di un calcio d’altri tempi, nel quale le frontiere erano chiuse e lontanissimo dalla dimensione attuale, dove gli stranieri “invadono” spesso e volentieri anche le formazioni giovanili.
La Juventus e i giovani, la scommessa vincente chiamata Next Gen
A Torino sponda bianconera comunque un occhio all’italianità non hanno mai smesso di darlo, come conferma la scelta pioneristica di puntare sulla Next Gen, ex Under 23, da quattro anni iscritta al campionato di Serie C. Un progetto accolto con scetticismo, ma che ha già dato ottimi frutti se è vero che dalla seconda squadra della Juve sono passati giocatori come Fabio Miretti, Nicolò Fagioli, Samuel Iling-Junior e Matias Soulé, già transitati con successo dalla prima squadra, già approdati nelle rispettive nazionali e in qualche caso anche già uomini-mercato.
Insomma, la scommessa può già essere considerata vincente, tanto più in un periodo molto particolare per la storia della Juventus come quello attuale. Dopo il quinto rosso consecutivo di bilancio, acuito dalle conseguenze della pandemia di Coronavirus, dalle recenti deludenti campagne europee e ancora dall’azzardo chiamato Cristiano Ronaldo, trovarsi potenziali campioni in casa, da far giocare e eventualmente da rivendere, può fare la differenza. Tra i nomi citati in precedenza quello al quale gli addetti ai lavori e gli esperti di calcio giovanile predicono un futuro migliore è Nicolò Fagioli. Il centrocampista piacentino ha già alle spalle un campionato da semi-titolare con la Juventus, ma la sua permanenza a lungo termine a Torino è tutt’altro che certa.
Juventus, allarme Fagioli: le big della Premier lo mettono nel mirino
Proprio nel corso dello scorso campionato, infatti, Fagioli ha messo in evidenza quelle qualità che chi lo conosce bene gli riconosce da tempo. A dispetto di un fisico “normale”, Nicolò è infatti già un centrocampista completo, in possesso di visione di gioco, buone qualità tecniche, tempi di inserimento e discreto senso del gol. Un mix che ne fa un giocatore potenzialmente ideale per il calcio inglese e allora non a caso alcuni club della Premier League hanno iniziato a osservare Fagioli con particolare attenzione. Il riferimento è al Liverpool, che sta ringiovanendo il proprio centrocampo, ma pure a Manchester United e West Ham, da sempre attenti ai migliori talenti usciti dalla Serie A.
Per il momento, comunque, il futuro di Fagioli è alla Juventus e del resto il giocatore ha dichiarato di vedersi a lungo nel club del quale è da sempre tifoso e nel quale è arrivato a 14 anni dalla Cremonese. Dall’altra parte la società non sembra disposta a prendere in considerazione offerte inferiori ai 50 milioni per il gioiello del proprio centrocampo, fresco di rinnovo fino al 2026 siglato solo la scorsa primavera. Per diventare a tutti gli effetti un uomo-mercato Fagioli ha bisogno di trovare continuità di impiego e di rendimento in Serie A per poi compiere un altro step in campo internazionale, quest’anno negatogli dalla Juventus che non partecipa alle coppe europee.