Milan, per lui non c’è più spazio: il veterano pronto all’addio | Cessione inevitabile
Il mercato estivo dei rossoneri ha riscritto le gerarchie all’interno della rosa di Pioli: un senatore va verso la partenza.
L’attesa sta per finire. Se la settimana che conduce al derby è per tradizione la più lunga dell’anno per le due tifoserie coinvolte, impegnate tra preparativi di scenografie, gli immancabili sfottò e gli altrettanto inevitabili scenari opposti, in base all’esito della partita, ai quali però si può solo pensare, senza parlarne in pubblico, per meri motivi di scaramanzia, figurarsi cosa può voler dire disputare la stracittadina dopo la sosta del campionato.
A Milano ne sanno qualcosa, dal momento che per uno strano scherzo del calendario negli ultimi anni la sfida tra Inter e Milan, all’andata o al ritorno, si è spesso disputata dopo una pausa della Serie A. Che il campionato sia appena iniziato, come accaduto nell’autunno 2020, ma anche in questa stagione, o che sia arrivato al momento decisivo, come nel celebre precedente dell’aprile 2011, poco cambia. Ogni attesa di un derby è speciale, in particolare quello che da sempre in Italia è il più all’avanguardia dal punto di vista tecnico, mettendo sistematicamente di fronte due squadre abituate a lottare per i primi posti o, come accaduto molto di recente, direttamente per la conquista del Tricolore.
Per il secondo anno consecutivo, infatti, la Serie A è iniziata con Inter e Milan appaiate nella classifica delle squadre più scudettate: 19 titoli a testa, classifica aggiornata dopo il trionfo dei rossoneri nel 2022 e non scalfita dal terzo titolo della propria storia conquistato lo scorso anno dal Napoli, succeduto nell’albo d’oro proprio ai nerazzurri, campioni nel 2021 con Antonio Conte in panchina, e appunto alla squadra di Pioli, capace 15 mesi fa di spezzare un digiuno di scudetti che durava da 11 anni.
L’apoteosi milanista avvenuta a Reggio Emilia il 22 maggio 2022 ha dato il via a un entusiasmante testa a testa cittadino per la conquista della seconda stella. Chi se la cucirà prima sulle maglie? La nuova stagione lascia pensare a una nuova, appassionante sfida come quella di due campionati fa, quando l’Inter non riuscì a capitalizzare il margine di vantaggio costruito durante il girone di ritorno, crollando inaspettatamente a Bologna in una sfida che non sembrava presentare particolari rischi.
Milan, il mercato della rivoluzione mette in disparte la vecchia guardia
Acqua passata e ora allo scontro diretto tra squadre a punteggio pieno si presenteranno due formazioni ancora con ampi margini di crescita, seppur reduci da campagne acquisti estive ambiziose e soddisfacenti. L’Inter, al netto delle perdite di giocatori come Onana, Brozovic e Skriniar, appare rinforzata in difesa e a centrocampo, in attesa di capire se in attacco Thuram e Arnautovic non faranno rimpiangere Lukaku. Dall’altra parte i 10-acquisti-10 compiuti dai dirigenti rossoneri nella prima estate del dopo Maldini e Massara hanno dato un volto più europeo ad un Milan che sembra andare incontro anche a importanti trasformazioni sul piano del gioco e della mentalità.
Le linee guida delle due dirigenze sul mercato hanno seguito percorsi diversi per quanto riguarda l’italianità della rosa: evidente il blocco tricolore nella nuova Inter, palpabile anche nelle scelte del neo ct azzurro Spalletti, praticamente assente un nucleo di italiani in casa Milan, dove anzi per i giocatori della vecchia guardia, non solo nostrani, sembra esserci sempre meno spazio, ad eccezione di capitan Calabria. Stefano Pioli sembra tuttavia pronto ad affidarsi nel derby proprio ad un altro degli illustri reduci dell’anno dello scudetto, che sembra aver appena iniziato la sua ultima stagione in rossonero.
Milan, scocca l’ora di Kjaer: da colonna a esubero a titolare nel derby
Stiamo parlando di Simon Kjaer, che con ogni probabilità sarà chiamato a fare coppia con Malick Thiaw al centro della difesa del Milan, priva dello squalificato Fikayo Tomori, espulso contro la Roma, e costretta a fare i conti con l’infortunio di Pierre Kalulu. Per Kjaer, che a marzo compirà 35 anni e che dovrebbe essere preferito al giovanissimo Marco Pellegrino, si prospetta quindi il debutto stagionale da titolare dopo gli appena 13 minuti messi insieme nelle prime tre giornate di campionato.
Pilastro della squadra fino al novembre 2021, quando il danese subì la rottura del crociato del ginocchio destro sul campo del Genoa, Kjaer non è più tornato su quei livelli di rendimento, al punto da essere stato vicino in estate all’addio al Milan, dove è approdato nel gennaio 2020. La sua ultima gara da titolare risale al 13 maggio scorso a La Spezia, dove i rossoneri persero per 2-0, tre giorni dopo aver giocato dall’inizio anche il derby di andata dei quarti di Champions League, vinto 2-0 dall’Inter. Fu, quella, l’ultima delle quattro stracittadine su cinque vinte consecutivamente in stagione dai nerazzurri. Kjaer ha partecipato a tre di queste, finendo spesso nel mirino della critica a causa di prestazioni non esaltanti. Ora si presenta l’occasione del riscatto in quello che potrebbe essere l’ultimo derby della carriera di Simon, che resta però un baluardo della Danimarca con la quale ha appena toccato quota 128 presenze, appena una in meno del primatista assoluto Peter Schmeichel, uno degli eroi dell’Europeo vinto nel 1992.