“Non deve inventare storie”: Roberto Mancini con le spalle al muro | Finalmente tutta la verità
L’improvviso addio del tecnico jesino all’Italia fa ancora discutere: pioggia di critiche e spuntano nuove ricostruzioni.
Roberto Mancini fa “ufficialmente” parte del passato della nazionale italiana di calcio. Un passato glorioso, grazie a quel titolo europeo vinto a sorpresa nell’estate 2021, ma via via sfioritosi a causa della mancata qualificazione a Qatar 2022 e poi del traumatico divorzio dello scorso agosto.
Il calcio però, in particolare quello moderno, macina eventi ed emozioni, così dopo la presentazione ufficiale di Mancini come nuovo commissario tecnico dell’Arabia Saudita si è svolta anche quella di Luciano Spalletti, scelto dalla Federazione italiana come successore del tecnico jesino e al quale è stata quindi affidata la missione di qualificarsi per Euro 2024, cercando di difendere il titolo di campioni in carica nel miglior modo possibile.
Il vero focus dell’ex allenatore del Napoli sarà però quello di riportare l’Italia aella fase finale di un Mondiale 12 anni dopo l’ultima apparizione. Un intervallo di tempo mai visto nella storia del calcio italiano, che all’edizione 2026 in programma in Canada, Messico e Stati Uniti, la prima di un Mondiale a 48 squadre, oltre che esserci dovrà cercare di mettere in mostra quel serbatoio di talenti che si è già fatto onore nell’estate che va a concludersi, attraverso la finale persa del Mondiale Under 20 e quella vinta dell’Europeo Under 19.
Spalletti cercherà di fare esprimere alla sua nazionale quel calcio moderno, propositivo e intenso, ma anche ragionato e qualitativo, che è stato alla base della cavalcata scudetto del Napoli, già ben consapevole, tuttavia, pur essendo alla prima esperienza da ct, di quanto sia difficile trasformarsi da allenatore di campo, che può lavorare tutti i giorni sul gruppo a livello atletico e tattico, a selezionatore, mestiere “ingrato” che richiede risultati e possibilmente bel gioco nonostante le finestre per le nazionali siano sempre meno e piuttosto mal sopportate dai club.
Italia, Spalletti è pronto per il debutto. Gelo Mancini-FIGC
La prima di queste è imminente, dal momento che dopo il primissimo scorcio di stagione i campionati si fermeranno fino a metà settembre per dare spazio alle qualificazioni ad Euro 2024 e, per il Sudamerica, all’inizio del girone che definirà gli accessi al Mondiale 206. Mancini e Spalletti inizieranno le rispettive avventure distanza di 24 ore l’uno dall’altro: per l’Arabia Saudita è infatti in programma un match amichevole contro Costarica l’8 settembre a Newcastle, mentre a battezzare la nuova Italia sarà la bestia nera Macedonia del Nord sabato 9 a Skopje.
Debutto più beffardo non poteva esserci per Spalletti, proprio contro la nazionale che è nella storia del calcio italiano per la vittoria del marzo 2022 a Palermo, che sbarrò la strada verso Qatar 2022 ai freschi campioni d’Europa. Ora il contesto è completamente diverso, ma non il risultato che servirà all’Italia, costretta a vincere oggi come ieri, per fare un passo avanti nella corsa al secondo posto di un girone dominato dall’Inghilterra. Per gli Azzurri è quindi tempo di voltare pagina, anche se le polemiche per l’addio di Mancini sono ancora vive presso l’opinione pubblica. E non solo.
Italia, Fabio Capello stronca Mancini: “Comportamento non corretto”
Durante la conferenza stampa di presentazione di Spalletti il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha sostanzialmente glissato sul tema, ma nei giorni precedenti le parti non se le sono mandate a dire a distanza e il rapporto attuale è, quantomeno, di freddezza. Quelle dimissioni improvvise alla vigilia di Ferragosto e soprattutto le motivazioni addotte hanno convinto ben pochi e tra questi non c’è Fabio Capello. L’ex allenatore di Milan, Roma e Juventus, intervistato da Eurosport, è stato molto critico nei confronti di Mancini e delle modalità scelte per dire addio alla panchina dell’Italia: “Il comportamento di Mancini non è stato corretto – le parole di Capello – Sarebbe forse stato difficile rinunciare ai soldi che gli offriva l’Arabia, ma comunque non impossibile. In ogni caso però bastava essere chiari fin dall’inizio e dire ‘Vado via perché ho ricevuto un’offerta alla quale alla mia età non mi sento di rinunciare”.
Capello, che ha chiuso la carriera di allenatore nel 2018 dopo la breve esperienza in Cina allo Jiangsu Suning, ben conosce le dinamiche della vita da ct, lavoro ricoperto per sei anni tra Inghilterra (2007-2012) e Russia (2012-2015) e per questo dice la propria anche in riferimento al caso delle modifiche avvenute nello staff di Mancini, fatto che avrebbe indispettito l’ex ct azzurro: “Se a me allenatore avessero cambiato lo staff, mi avessero detto ‘Galbiati (secondo storico di Capello, recentemente scomparso, ndr) non lo vogliamo più’ avrei risposto subito “Signori, io vado via perché se vinco o perdo voglio farlo col mio staff, coi miei giocatori, con i miei soldati, non con quelli che mi date voi. Ma, ripeto, se la causa fosse stata questa Mancini si sarebbe dovuto dimettere prima, non dopo che probabilmente gli è arrivata l’offerta dall’Arabia”.