La campagna acquisti dei biancocelesti si conclude con un altro colpaccio: arriva la firma del fuoriclasse.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma dopo il lieto fine fuori dal campo, bisogna rimboccarsi le maniche per lavorare ad uno stesso epilogo all’interno del rettangolo di gioco. L’estate della Lazio è stata tutto tranne che banale e il riferimento è sia a quanto successo sul mercato sia ai primi scampoli di calcio giocato della nuova stagione.
Lo scorso 22 maggio la squadra di Maurizio Sarri ha festeggiato il ritorno in Champions League dopo una sola stagione di assenza. Poco male se la festa sia scattata a tavolino grazie alle disavventure delle due rivali storiche, Roma e Juventus, rispettivamente bloccata dalla Salernitana e zavorrata dai 10 punti di penalizzazione per le note vicende processuali. I biancocelesti hanno centrato il traguardo con merito grazie a una seconda parte di stagione da protagonisti.
Due settimane più tardi sarebbe arrivata anche la ciliegina del secondo posto in classifica, piazzamento finora mai raggiunto nell’era Lotito. Insomma, un’annata da incorniciare anche grazie ai due derby vinti e impreziosita dalla possibilità di partecipare alla nuova Supercoppa Italiana modello Final Four. L’unica nota stonata sarebbe arrivata dalle coppe europee, con la doppia eliminazione da Europa League e Conference League a lasciare qualche rimpianto.
Dal canto proprio però lo stesso Sarri aveva più volte fatto capire come affrontare due impegni con una rosa così ristretta non sarebbe stato possibile e proprio da qui è partito il leit motiv dell’estate, ovvero la necessità di “aggredire” il mercato per tempo per allungare la rosa e migliorarla sul piano della qualità.
Quel che è successo lo sanno tutti, e in particolare i tifosi biancocelesti e lo stesso Sarri, che hanno dovuto attendere la fine di agosto per vedere completarsi un mosaico che nel frattempo aveva perso il totem Sergej Milinkovic-Savic. Con i sette volti nuovi portati dal presidente Lotito e dal ds Fabiani, buon ultimo la ciliegina Matteo Guendouzi, l’organico della Lazio sembra più che competitivo per affrontare con le giuste ambizioni tanto la Serie A, dove l’obiettivo minimo sarà confermarsi tra le prime quattro, quanto la Champions League.
In Europa la sorte non è stata particolarmente cattiva con la Lazio, che dovrà affrontare l’Atletico Madrid dell’ex Simeone, il Feyenoord bestia nera nella scorsa Europa League e il Celtic. Trasferte affascinanti e insidiose, ma alla portata di una squadra che dovrà però cambiare marcia rispetto alla disastrosa partenza che l’ha vista sconfitta nelle prime due giornate contro Lazio e Genoa.
Sarri non ha nascosto la delusione legata proprio al tardivo innesto dei nuovi acquisti, ancora lontani dalla comprensione dei meccanismi di gioco, pertanto all’ex tecnico di Napoli e Juventus non resta che consolarsi con l’ultimo regalo che gli ha voluto fare il presidente Lotito: il rinnovo del leader tecnico del gruppo, nonché il punto di riferimento del centrocampo dopo la partenza di Milinkovic. Si tratta ovviamente di Luis Alberto, che proprio il 30 agosto ha messo nero su bianco sul nuovo contratto con scadenza giugno 2028 e ingaggio portato a 4 milioni.
Anche per il Mago l’estate è stata tribolata, con le negoziazioni per il rinnovo portate a termine, ma poi congelate dalla stessa società che ha fatto slittare la firma. L”ammutinamento” prima dell’amichevole contro l’Aston Villa, preceduto dalle solite sirene arabe, sembrava il preludio al peggio e invece la fumata bianca è arrivata per la gioia del giocatore, dei tifosi e di Sarri, che dopo qualche incomprensione iniziale non ha mai pensato di togliere allo spagnolo le chiavi del gioco della squadra.