Non va in Arabia: ha detto no a Mancini | Vuole restare in Italia
Prende forma l’avventura dell’ex ct dell’Italia sulla panchina dell’Arabia Saudita: arrivano già le prime delusioni.
Il già ricco contingente di commissari tecnici italiani in giro per il mondo è stato arricchito dalla scelta di Roberto Mancini. Appena due settimane dopo le dimissioni dal ruolo di selezionatore dell’Italia, il tecnico jesino ha detto sì alla ricchissima proposta arrivata dalla Federazione dell’Arabia Saudita, che gli ha sottoposto un contratto fino al 2026.
L’elenco comprende al momento otto allenatori, con trascorsi più o meno conosciuti nel calcio italiano. Dai “decani” Gianni De Biasi, ct dell’Azerbaigian dopo aver ricoperto il medesimo ruolo con successo all’Albania, portata alla fase finale di Euro 2016, e Marco Rossi, selezionatore dell’Ungheria che ha partecipato a Euro 2020 prima di spaventare l’Italia nell’ultima Nations League, passando per Michele Marcolini (Malta), Francesco Calzona, ex secondo storico di Sarri e Spalletti ora alla guida della Slovacchia.
A completare il gruppo c’è un nugolo di tecnici che è stato scelto per nazioni di secondo piano, ma di un certo fascino. Da Guglielmo Arena, ct del Laos, a Vincenzo Alberto Annese, alla guida del Nepal, fino a Stefano Cusin al Sud Sudan e all’ex tornante di Roma, Inter e Milan Francesco Moriero, invidiato da molti colleghi (in particolare in estate…) essendo il ct delle Maldive. Il tutto in attesa di toccare la doppia cifra dall’estate 2024, quando Carlo Ancelotti inizierà la vita da ct nientemeno che dalla panchina del Brasile.
L’attuale tecnico del Real Madrid potrà contare su una rosa di primissimo livello sulla strada verso la Copa America 2024 e il Mondiale 2026, quest’ultimo obiettivo anche di Mancini e della sua Arabia Saudita. Eliminati a Qatar 2022 dopo il primo turno, quando al colpaccio del successo sull’Argentina seguirono le sconfitte contro Polonia e Messico, i Figli del Deserto dovranno prima affrontare un altro impegno importante, la Coppa d’Asia 2024, la cui fase finale si giocherà dal 12 gennaio al 10 febbraio prossimi proprio in Qatar.
Arabia Saudita, per Mancini missione Coppa d’Asia 2024
Da qui l’urgenza di individuare il sostituto di Hervé Renard, il ct francese che ha lasciato all’improvviso la panchina dell’Arabia Saudita proprio poco dopo la fine del Mondiale giocato lo scorso autunno. Il materiale dal quale potrà attingere Mancini è già di un discreto livello, ma la curiosità di molti addetti ai lavori è legata a cosa cambierà nel calcio saudita dopo l’ondata di stranieri di primissimo livello portata dal mercato estivo nella Saudi Pro League.
Problemi ai quali Mancini dovrà pensare ben presto dal momento che il debutto sulla sua nuova panchina avverrà già l’8 agosto in amichevole a Newcastle contro Costarica, curiosamente un giorno prima dell’esordio di Luciano Spalletti alla guida dell’Italia a Skopje contro la Macedonia del Nord. Peraltro per quella data, e possibilmente anche prima, Mancini dovrà aver già risolto l’enigma legato alla composizione del proprio staff.
Mancini e il nodo staff: tre collaboratori storici verso il no all’Arabia Saudita
Se infatti il “rimpasto” del gruppo di lavoro che Mancini ha avuto con sé nei primi cinque anni in nazionale, deciso dopo la Nations League, sembra essere stato una delle ragioni della rottura con la Federazione, sembra tutt’altro che certo che l’ex ct azzurro venga seguito in Arabia dall’intero e folto contingente di collaboratori preesistente. Tre in particolare sembrano essere i nomi destinati a saltare. Sicuri di intraprendere la nuova avventura sono i collaboratori tecnici Fausto Salsano e Attilio Lombardo, quest’ultimo pronto a rinunciare alla fresca nomina di ct dell’Italia Under 20, il preparatore dei portieri Massimo Battara, i preparatori atletici Claudio Donatelli e Andrea Scanavino nonché Antonio Gagliardi, assistente tecnico, e Simone Contran, match analyst.
Detto che in Arabia Mancini ritroverà il fisioterapista Alessio Agostino, con il quale aveva già lavorato in passato e che era già sotto contratto con la federazione saudita, sono orientati a declinare l’invito gli osservatori Mauro Sandreani e Giulio Nuciari, quest’ultimo componente storico dello staff di Mancini nonché suo ex compagno di squadra nella Sampdoria. Incerto sul da farsi anche l’ormai ex team manager dell’Italia Gabriele Oriali. Per tutti, oltre che motivi personali, alla base di una scelta delicata ci sono anche motivi economici legati alle leggi arabe. Per ottenere l’ingaggio netto proposto, infatti, è necessario risiedere sul territorio per almeno 183 giorni l’anno. In caso di ritorno in Italia lo stipendio si dimezzerebbe. Variabili da considerare attentamente alla luce delle sensibili differenze di tipo climatico e ambientale in genere imposte da un simile e radicale cambio di stile di vita.