Mentre si avvicina il giorno del debutto di Spalletti sulla panchina azzurra emergono nuovi dettagli sulle dimissioni del tecnico jesino.
Il 9 settembre per il calcio italiano sarà lo Spalletti-day. A Skopje l’allenatore campione d’Italia uscente con il Napoli debutterà sulla panchina dell’Italia nella cruciale sfida contro la Macedonia del Nord per le qualificazioni a Euro 2024. Il tutto esattamente tre settimane dopo la nomina come successore di Roberto Mancini.
Un selezionatore azzurro che debutta a settembre non è certo un unicum nella storia. Da Fulvio Bernardini a Dino Zoff, da Giovanni Trapattoni ad Antonio Conte fino a Gian Piero Ventura, gli esempi sono molteplici. Almeno questo è un bene, perché nel mezzo del terremoto provocato dalle dimissioni del ct campione d’Europa a Wembley nel 2021 permettere al suo erede di avviare il proprio percorso all’inizio della stagione calcistica permette un approccio più soft.
Certo a Skopje non si giocherà un’amichevole bensì una gara da vincere ad ogni costo, e al cospetto di un avversario che non evoca buoni ricordi, in modo da prepararsi al meglio alla gara di tre giorni più tardi a Milano contro l’Ucraina, il vero crocevia verso l’Europeo. Fare 6 punti metterebbe in discesa il percorso di qualificazione e permetterebbe a Spalletti di programmare meglio il cammino.
Dopo un’estate passata tra relax, interviste e qualche passaggio televisivo particolarmente “effervescente” Spalletti ha quindi già esaurito il periodo sabbatico seguito al biennio trascorso sulla panchina del Napoli. Le polemiche legate alla famigerata clausola rescissoria per liberarlo dal club di De Laurentiis sono passate in secondo piano, la Figc ha mostrato i muscoli e bypassato il problema, che resta quindi “privato” tra l’allenatore e la propria ex squadra.
A proposito di polemiche, però, l’addio improvviso di Mancini ne ha suscitate tante al punto che non sembra bastare l’inizio del nuovo corso azzurro per metterle in secondo piano. No, questa volta il classico pallone che rotola non metterà in disparte tutto ciò che ruota attorno ad esso perché l’eco di quella porta sbattuta dall’ex ct fa ancora male tanto in Via Allegri, sede della Federazione, che presso chi la nazionale italiana la tifa.
“L’Italia non è un club sul quale si può salire e dal quale si può scendere così facilmente” è il succo delle critiche più forti che addetti ai lavori e appassionati rinfaccia a Roberto Mancini. Insomma, torna d’attualità quel rapporto tormentato che il Mancio ha sempre avuto con l’Italia, almeno da giocatore. Il passaggio a ct e il trionfo a Euro 2020 sembravano aver sanato tutto e invece questo distacco ha quasi rovinato tutto, tanto per le tempistiche, quanto per le modalità e le cause dello stesso.
Anche perché al duro botta e risposta con il presidente Gravina si uniscono le indiscrezioni che danno il tecnico jesino a un passo dalla panchina dell’Arabia Saudita. Secondo quanto trapela Mancini è pronto a firmare un ricco contratto fino al 2026 da 90 milioni di euro complessivi. Tutto lecito, e soprattutto (quasi) irrifiutabile, se non fosse che appare difficile pensare come i primi contatti siano avvenuti solo dopo le dimissioni dall’Italia. Si vocifera che il tutto risalga a metà giugno, dopo la fine della Nations League, al termine della quale Mancini era parso stanco e provato dalla vita da ct dell’Italia, che dopo la gioia di Wembley si era infatti trasformato in un’agonia, non solo per la mancata qualificazione al Mondiale 2022.
Roby ha spiegato la propria posizione poche ore dopo le dimissioni attraverso un paio di interviste nelle quali si è detto amareggiato per il trattamento subito dalla Federazione nel “rimpasto” federale di giugno, tra modifiche allo staff e nuove nomine sulle panchine delle nazionali giovanili. Può bastare tutto questo per abbandonare la nave in piena estate e a tre settimane da due partite cruciali? No, almeno secondo gli appassionati di calcio italiani e non solo quelli che frequentano i social, che hanno già bocciato Mancini senza appello prima ancora di vederlo diventare ct dell’Arabia. A proposito, il debutto di un’avventura nella quale il Mancio dovrebbe portare l’intero staff al completo potrebbe avvenire l’8 settembre contro Costa Rica, con nel mirino la Coppa d’Asia del prossimo inverno.