Clima teso nella FIGC dopo le dimissioni di Roberto Mancini da allenatore della Nazionale Italiana, ecco cosa è successo
Arrivata come un fulmine a ciel sereno, la comunicazione delle dimissioni di Roberto Mancini come commissario tecnico della Nazionale Italiana ha scatenato un polverone mediatico non di poco conto, con l’allenatore campione d’Europa in carica che è stato accusato di avere già trovato un accordo con l’Arabia Saudita e di avere gettato la sua squadra in una situazione complicata dati i prossimi impegni ravvicinati.
A settembre l’Italia si gioca il pass per i prossimi Europei previsti per giugno 2024 e il clima non è dei più idilliaci. Adesso l’urgenza è quello di trovare un mister che possa sostituire nel carisma Mancini e possa continuare il percorso di costruzione già messo in atto.
Il presidente federale Gravina ha scelto Luciano Spalletti, neo campione d’Italia con il Napoli, ma legato da un patto con Aurelio De Laurentiis che consiste in un anno sabatico dopo il suo esonero avvenuto al termine della conquista del terzo scudetto partenopeo.
Intervenuto a Radio Punto Nuovo l’avvocato Mattia Grassani, legale del Napoli, ha parlato così della questione: “Spalletti non ha chiesto alcun confronto al club o a De Laurentiis. La clausola vale per qualsiasi club o Federazione. Bisogna chiedersi se sarà credibile uno Spalletti CT, che dirama le prime convocazioni del proprio ciclo, mentre è in corso un procedimento giudiziario in corso con il Calcio Napoli”.
L’avvocato continua spiegando la questione: “Il Napoli ha rinunciato a chiedere un risarcimento danni a Spalletti per la rescissione anticipata del proprio contratto e l’allenatore, dal canto suo, si è impegnato a non svolgere alcuna attività tecnica nel corso della stagione 2023-2024. E questo vale per qualsiasi club o Nazionale“.
Di conseguenza conclude così il discorso: “Il Napoli si è dovuto tutelare dinanzi a questo impegno con un indennizzo economico, in caso di mutamento o di mancato rispetto dell’accordo da parte dell’allenatore. Non esiste dunque nessuna clausola anti-concorrenziale o valida solo per i club, non c’è differenza tra club o Nazionale. “.
Più che su questione prettamente economiche, Grassani insiste sull’eventuale credibilità di Spalletti come ct dell’Italia: “Chi allena la Nazionale non deve avere strascichi legali o contenziosi in essere con nessun club, ma deve avere un rapporto paritario con tutti. Altrimenti si aprirebbero delle strumentalizzazioni che non farebbero bene alla Nazionale, in un momento così decisivo“.
Rammarico e delusione per il comportamento del mister toscano: “Dopo quasi una settimana di rumors, Spalletti non ha ancora telefonato e chiesto un confronto con De Laurentiis o con il Calcio Napoli. Né lui né i suoi legali. E questo deve far pensare. Il rispetto delle regole è fondamentale, alla base di qualsiasi soggetto“.